Usura: vite strozzate

28 06 2007

È di pochi giorni fa l’articolo uscito su Repubblica che denunciava un fatto stranoto: la solida presenza degli usurai (detti a Roma “cravattari”), che agiscono praticamente indisturbati e alla luce del sole. Tutti sanno chi sono e dove trovarli. Tutti sanno a quante persone hanno rovinato la vita.

In questi giorni, grazie anche all’articolo di Repubblica si sta muovendo qualcosa: la procura indaga e la Guardia di Finanza arresta.

Non ho parole per definire il fenomeno, preferisco usare quelle che Sant’Antonio rivolse agli usurai di Padova:

«Razza maledetta, sono cresciuti forti e innumerevoli sulla terra, e hanno denti di leone. L’usuraio non rispetta né il Signore, né gli uomini; ha i denti sempre in moto, intento a rapinare, maciullare e inghiottire i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove… E guarda che mani osano fare elemosina, mani grondanti del sangue dei poveri. Vi sono usurai che esercitano la loro professione di nascosto; altri apertamente, ma non in grande stile, onde sembrare misericordiosi; altri, infine, perfidi, disperati, lo sono apertissimamente e fanno il loro mestiere alla luce del sole».

In un altro articolo molto interessante, in cui vengono tra l’altro citate iniziative a sostegno di chi è caduto vittima di usura, ho letto invece questa affermazione di don Ciotti:

«Su un dato vale la pena prestare attenzione e riflettere: non tutte le situazioni, è ovvio, sono giustificate da reale povertà o da grave necessità economica. Una buona percentuale di ‘bisognosi’ ha probabilmente bussato agli usurai per realizzare quel consumo facile, immediato e senza troppi calcoli per le disponibilità economiche, che ogni giorno, con insistenza, ci viene propagandato. La posta in gioco contro l’usura tocca certamente la dimensione criminale del fenomeno, ma con questo anche il modo con cui si usa il denaro, a tutti i livelli: privato, familiare, sociale, finanziario, politico e culturale».